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Imprinting di etologia


L'etologia è la scienza che studia il comportamento animale nel suo ambiente naturale valutando due ordini di processi: uno connesso a fattori ereditari, cioè i comportamenti innati, programmati dai geni e trasmessi di generazione in generazione; e un secondo secondo connesso alla capacità degli organismi di adattare le proprie azioni in funzione dell'esperienza, ovvero in comportamenti appresi. L'Etologia studia e descrive i moduli comportamentali e cerca di spiegarli dai punti di vista causale (i meccanismi fisiologici), funzionale (i significati adattativi), ontogenetico (lo sviluppo) e filogenetico (la storia evolutiva). L'Etologia rappresenta oggi una scienza nella quale converge l'interesse di zoologi, ecologi, fisiologi, psicologi, sociologi, genetisti, biochimici, e così via, e una delle scienze biologiche principali sia per il prestigio delle scoperte effettuate sia per le tante implicazioni relative all'uomo e al suo comportamento.

La disciplina nacque nel XVIII secolo in Francia grazie a Charles-Gorge Leroy (1723-1789)che nel libro “Lettere filosofiche sulla perfettibilità el’intelligenza degli animali” (1764), anticipò le concezioni dell’etologia attuale osservando che per comprendere il comportamento e l’intelligenza degli animali si dovessero avere contatti diretti e frequenti con gli animali e affermò che il primo passo per cogliere il comportamento animale fosse quello di formare un catalogo delle sue attività e delle sue azioni condotte nell’ambiente naturale.

Il passo successivo dell'etologia è legato a Jean Baptise Lamarck (1744-1829), il primo scienziato ad elaborare una teoria sistematica dell’evoluzione. Egli ipotizzò che tutte le specie, incluso Homo sapiens, discendessero da altre specie. La teoria lamarckiana era costituita sostanzialmente da due affermazioni: la prima affermazione prende spunto dalla concezione aristotelica ed è una sorta di primordiale teoria evolutiva secondo la quale tutti gli organismi, dalle amebe agli organismi più complessi, tendono a raggiungere lo stadio più avanzato della piramide: l'uomo stesso tende continuamente a un maggior grado di perfezione; la seconda fu che gli organi degli animali diventano più (o meno) sviluppati in seguito all'uso (o al disuso), e che le caratteristiche dovute all'uso si trasmettono di generazione in generazione. Ovviamente queste idee non furono prive di polemica e già nel 1830 nell'Accademia delle Scienze di Parigi si videro, schierati su fronti opposti, il fondatore della paleontologia Gorge Cuvier (1769-1832) e Etienne Geoffroy Saint Hilaire (1772-1844), un aristocratico appassionato dell’osservazione naturalistica del comportamento degli animali, secondo il quale le cause principali dell’organismo, e del suo mutamento, andavano riconosciute nel piano della struttura e nelle sue complicazioni: non è la funzione che crea la forma, bensì la forma trova una funzione. Ne usci vincitore Cuvier perché dalla sua parte poteva vantare i dati nudi e crudi dell’anatomia comparata invece che le vaghe tendenze trasformistiche che Geoffroy osservava nel comportamento degli animali. Da qui nacquero due due tipi di ricerca etologica, quella della psicologia comparata di laboratorio e quella relativa al campo zoologico-etologico dell’osservazione del comportamento degli animali in condizioni naturali. Nell’Europa continentale due biologi, Alfred Giard (1846-1908) e Jean Henri Fabre (1823-1915), proseguirono la tradizione degli studi naturalistici inaugurata da Saint Hilaire. In particolare Fabre, che Darwin definì un “osservatore inimitabile”, era convinto che l’animale in qualsiasi attività fosse guidato dall’istinto, forza vitale innata finalizzata alla conservazione dell’individuo e della specie.

Un grande sostenitore dell'importanza di uno studio non in laboratorio, ma nel loro ambiente naturale degli animali fu Konrad Lorenz che, insieme al suo allievo, l'olandese Nikolaas Tinbergen, ha segnato il passaggio da un'etologia di laboratorio ad una di campagna e a creare nel 1935 il concetto di imprinting, cioè l'apprendimento istintivo caratteristico di una specie, non dettato da un esperienza. Lorenz infatti definì l'imprinting «la fissazione di un istinto innato su un determinato oggetto».

Verso la fine del sec. XIX il comportamento animale comincia a diventare oggetto di studi organici e le teorie furono le più varie: G. H. Fabre, studioso del comportamento degli Insetti, l'animale per qualsiasi attività è guidato dall'istinto; J. Loeb, studioso dei movimenti orientati di vegetali e di animali e massimo sostenitore del meccanicismo, sostenne che il comportamento si realizza invece mediante tropismi, cioè mediante reazioni meccaniche e involontari; H. S. Jennings, basandosi su studi effettuati su parameci (Protozoi

Ciliofori), interpretò i comportamenti animali in risposta a processi di apprendimento (definito “per tentativi ed errori”); invece I. P. Pavlov ricondusse tutto ai riflessi condizionati, avviando una nuova scuola, la riflessologia, sostenendo che «ogni comportamento, sia umano che animale, è analizzabile in termini di stimolo e di risposta» e che «l'unica differenza tra uomo e animale è la complessità del comportamento». Il supporto sperimentale a questa scuola di pensiero fu fornito da E. L. Thorndike e B. F. Skinner, che elaborarono sofisticati dispositivi sperimentali (labirinti, gabbie) atti a studiare i meccanismi di apprendimento negli animali (soprattutto mammiferi e uccelli).

L'Etologia nasce dunque dall'esigenza di un ritorno a un approccio naturalistico: il comportamento degli animali va studiato su soggetti liberi di svolgere le loro spontanee attività e nel loro stesso ambiente.



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